Ero solo come un ombrello su una macchina da cucire. Dalle pendici dei monti Iblei, a settentrione, ho percorso il cammino, arrampicandomi per universi e mondi, con atti di pensiero e umori cerebrali. L’abisso non mi chiama, sto sul ciglio come un cespuglio: quieto come un insetto che si prende il sole.

da "L'ombrello e la macchina da cucire", F.Battiato

martedì 15 marzo 2011

L'ombrello e la macchina da cucire

Brano di Franco Battiato dall'album omonimo che, pubblicato nel 1995, segnò l'inizio della collaborazione del cantante siciliano con il filosofo Manlio Sgalambro. Essi, in precedenza, avevano lavorato insieme alla realizzazione dell'opera Il cavaliere dell'intelletto, rappresentata per la prima volta nel 1994 a Palermo; tuttavia, con la pubblicazione de L'ombrello e la macchina da cucire, che arrivò al quinto posto nelle classifiche e che segnò il ritorno di Battiato a sonorità maggiormente sperimentali, la collaborazione occasionale divenne sodalizio e il sodalizio produsse altre tre opere, un numero imprecisato di canzoni e album e perfino due film (Perduto amor e Musikanten).
Riporto di seguito il testo della canzone.
Ero solo come un ombrello su una
macchina da cucire.
Dalle pendici dei monti Iblei,
a settentrione.
Ho percorso il cammino, arrampicandomi
per universi e mondi,
con atti di pensiero e umori cerebrali.
L'abisso non mi chiama, sto sul ciglio
come un cespuglio: quieto come un insetto
che si prende il sole.
Scendevo lungo il fiume scrollando le spalle...
Che cena infame stasera,
che pessimo vino,
chiacchiero col vicino.
Lei non ha finezza,
non sa sopportare l'ebbrezza.
Colgo frasi occidentali.
Schizzano dal cervello i pensieri -
fini le calze,
la Coscienza trascendentale,
no, l'Idea si incarna.
Dice che questa estate
ci sarà la fine del mondo.
The end of the world,
berretto di pelo e sottanina di tàrtan.
Have we cold feet about the cosmos?
 

2 commenti:

  1. Io davvero non so spiegarmi come fa a scrivere testi così criptici (e così belli!). Ho ancora in mente le parole de "L'era del Cinghiale Bianco", geniali.

    Comunque quanta canzone mi aggrada, mi aggrada alquanto.

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  2. La cosa bella di Battiato è che spesso riesci a trovare nei testi degli spunti inaspettati. Il nostro professore di filosofia al liceo usò "Centro di gravità permanente" per spiegarci Nietzsche...
    Concordo sulla bellezza del testo de "L'era del cinghiale bianco".

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