Ero solo come un ombrello su una macchina da cucire. Dalle pendici dei monti Iblei, a settentrione, ho percorso il cammino, arrampicandomi per universi e mondi, con atti di pensiero e umori cerebrali. L’abisso non mi chiama, sto sul ciglio come un cespuglio: quieto come un insetto che si prende il sole.

da "L'ombrello e la macchina da cucire", F.Battiato

sabato 19 marzo 2011

Mia madre mi disse... (su Fabrizio de Andrè e su "Sally")

Sally è, a mio parere, una delle canzoni più belle di Fabrizio de Andrè. Tratta da un album criptico e triste come "Rimini", essa è una storia comune, la storia di un distacco e di una crescita che portano solo ad una cupa disillusione. La prima strofa e, in parte, la seconda sono riprese da una filastrocca inglese:

My mother said that I never should
Play with the gypsies in the wood,
The wood was dark; the grass was green;
In came Sally with a tambourine.

I went to the sea - no ship to get across;

I paid ten shillings for a blind white horse;
I up on his back and was off in a crack,
Sally, tell my mother I shall never come back.

Da tale testo, il cantautore genovese riprende il tema del distacco dalla madre, della trasgressione a quanto da essa prescritto ("non giocare con gli zingari nel bosco") che permette al protagonista di avviare la ricerca di una propria dimensione esistenziale. Il suo viaggio si fa dunque, oltre che reale, simbolico, è il viaggio di una giovinezza che avanza piena di speranze verso l'età adulta, attratta da una figura, quella di Sally, in bilico tra il simbolico e il reale. Chi è Sally? E' l'emblema di una libertà impossibile, del sogno di potersi affrancare dall'autorità familiare senza al contempo doversi sottomettere ad un ordine sociale prestabilito ed è insieme una donna reale, forse amata, che induce alla prima, ingenua, ribellione il protagonista.
Ma il viaggio continua, non si può tornare più indietro (il personaggio che parla dice di aver varcato il mare sulla groppa di un pesciolino d'oro), e il protagonista entra in contatto con una realtà degradata, fatta di droga (Pilar del mare, che "con due gocce di eroina si addormentava il cuore"), violenza (Pilar dei meli, uccisa con una coltellata al cuore) ed è costretto infine ad accettare il braccialetto del re dei topi, segnando in questo modo la fine delle speranze che aveva riposto nella propria fuga e accettando una nuova autorità, decisamente peggiore di quella materna.
L'ultima strofa, che riprende la prima, ha il sapore aspro del rimpianto e sembra di sentire l'eco lontana degli ultimi versi del Sabato del villaggio di Leopardi:
 Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.

Di seguito riporto il testo della canzone:

Mia madre mi disse: "Non devi giocare
con gli zingari nel bosco."
Mia madre mi disse: "Non devi giocare
con gli zingari nel bosco."

Ma il bosco era scuro l'erba già verde
lì venne Sally con un tamburello
ma il bosco era scuro l'erba già alta
dite a mia madre che non tornerò.

Andai verso il mare senza barche per traversare
spesi cento lire per un pesciolino d'oro.
Andai verso il mare senza barche per traversare
spesi cento lire per un pesciolino cieco.

Gli montai sulla groppa sparii in un baleno
andate a dire a Sally che non tornerò.
Gli montai sulla groppa sparii in un momento
dite a mia madre che non tornerò.

Vicino alla città trovai Pilar del mare
con due gocce d'eroina s'addormentava il cuore.
Vicino alle roulottes trovai Pilar dei meli
bocca sporca di mirtilli un coltello in mezzo ai seni.

Mi svegliai sulla quercia l'assassino era fuggito
dite al pesciolino che non tornerò.
Mi guardai nello stagno l'assassino s'era già lavato
dite a mia madre che non tornerò.

Seduto sotto un ponte si annusava il re dei topi
sulla strada le sue bambole bruciavano copertoni.
Sdraiato sotto il ponte si adorava il re dei topi
sulla strada le sue bambole adescavano i signori.

Mi parlò sulla bocca mi donò un braccialetto
dite alla quercia che non tornerò.
Mi baciò sulla bocca mi propose il suo letto
dite a mia madre che non tornerò.

Mia madre mi disse - Non devi giocare
con gli zingari del bosco.
Ma il bosco era scuro l'erba già verde
lì venne Sally con un tamburello

 

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