Riporto di seguito il testo della canzone.
Ero solo come un ombrello su una macchina da cucire. Dalle pendici dei monti Iblei, a settentrione. Ho percorso il cammino, arrampicandomi per universi e mondi, con atti di pensiero e umori cerebrali. L'abisso non mi chiama, sto sul ciglio come un cespuglio: quieto come un insetto che si prende il sole. Scendevo lungo il fiume scrollando le spalle... Che cena infame stasera, che pessimo vino, chiacchiero col vicino. Lei non ha finezza, non sa sopportare l'ebbrezza. Colgo frasi occidentali. Schizzano dal cervello i pensieri - fini le calze, la Coscienza trascendentale, no, l'Idea si incarna. Dice che questa estate ci sarà la fine del mondo. The end of the world, berretto di pelo e sottanina di tàrtan. Have we cold feet about the cosmos?
Io davvero non so spiegarmi come fa a scrivere testi così criptici (e così belli!). Ho ancora in mente le parole de "L'era del Cinghiale Bianco", geniali.
RispondiEliminaComunque quanta canzone mi aggrada, mi aggrada alquanto.
La cosa bella di Battiato è che spesso riesci a trovare nei testi degli spunti inaspettati. Il nostro professore di filosofia al liceo usò "Centro di gravità permanente" per spiegarci Nietzsche...
RispondiEliminaConcordo sulla bellezza del testo de "L'era del cinghiale bianco".