Ero solo come un ombrello su una macchina da cucire. Dalle pendici dei monti Iblei, a settentrione, ho percorso il cammino, arrampicandomi per universi e mondi, con atti di pensiero e umori cerebrali. L’abisso non mi chiama, sto sul ciglio come un cespuglio: quieto come un insetto che si prende il sole.

da "L'ombrello e la macchina da cucire", F.Battiato

giovedì 17 marzo 2011

What became of the likely lads?

Prima che Pete Doherty diventasse il trasgressivo signor Kate Moss, noto alle cronache più per i suoi eccessi e per la sua relazione con la modella inglese che per la sua musica, i Libertines erano uno dei pochi gruppi in circolazione che facessero del buon indie rock senza che il loro sound risultasse eccessivamente nostalgico o, al contrario, difficilmente digeribile per l'ascoltatore. Comprai il loro secondo album, 'The Libertines', nel 2005, quando ormai era già esplosa, nella band, la crisi che l'avrebbe portata, quello stesso anno, allo scioglimento. Ricordo che ne rimasi molto colpito; erano ancora tempi di CD e lettori appositi e ricordo che ascoltai quel disco quasi ininterrottamente per due mesi. Fui quasi sul punto di rinnegare la mia principale convinzione, relativamente al rock, ossia che esso è morto nel 1980 con John Bonham dei Led Zeppelin e che tutto quello che è venuto dopo quella data non è che una misera imitazione di quanto realizzato in precedenza. Un po' quello che alcuni sostengono di Paul McCartney, che sia cioè deceduto nel 1966 in un incidente stradale e che quello attualmente in circolazione non sia che un sosia. Comunque, non ebbi il tempo di rimuovere quella mia atavica convinzione che i Libertines già non c'erano più e dalle loro ceneri erano nati gruppi abbastanza convenzionali (Babyshambles su tutti, fondati da Doherty) che nulla avevano del sound ruvido e della creatività dimostrata dalla band londinese nei suoi anni di attività. Da allora, la musica scomparve e rimasero solo le questioni private di Pete Doherty e varie reunion occasionali l'ultima delle quali, l'anno scorso, ha restituito forse almeno l'antica coesione al gruppo.
Di seguito vi propongo "Can't stand me now".


P.S.: il titolo del post deriva dall'ultima canzone dell'album che comprai nel 2005, il cui ritornello ("Che ne è stato dei ragazzi promettenti?/Che ne è stato dei sogni che avevamo?") sembra quasi, risentendolo oggi, un'oscura premonizione su quello che sarebbe stato il futuro di Carl Barat e Pete Doherty, in arte The Libertines.

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