Ero solo come un ombrello su una macchina da cucire. Dalle pendici dei monti Iblei, a settentrione, ho percorso il cammino, arrampicandomi per universi e mondi, con atti di pensiero e umori cerebrali. L’abisso non mi chiama, sto sul ciglio come un cespuglio: quieto come un insetto che si prende il sole.

da "L'ombrello e la macchina da cucire", F.Battiato

domenica 13 marzo 2011

John Cage ovvero come mettere delle viti in un piano e vivere felici

John Cage è stato senza dubbio uno dei personaggi più dirompenti nel panorama della musica di ricerca del Novecento. Compositore poliedrico, è oggi noto principalmente per il seguente brano(4'33''), che consiste nel NON suonare un qualsiasi strumento per 4'33''. L'idea del brano è quella di far ascoltare il silenzio, un silenzio tuttavia che si riempie dei suoni dell'ambiente che circonda lo spettatore. Tali suoni accidentali, diversi di volta in volta, diventano così musica.


Ma la ricerca musicale di Cage comprende anche altro; in particolare, sarà fondamentale per le successive evoluzioni della cosiddetta musica contemporanea la sperimentazione della tecnica del piano preparato. Egli realizza infatti vari brani (Bacchanale, i pezzi di Sonatas and Interludes) in cui modifica il timbro originario dello strumento inserendo all'interno della cordiera oggetti come viti, bulloni, pezzi di gomma, perfino una piastra di metallo. Il pianoforte, così, non esprime più gli astratti furori di uno Chopin o di un Liszt, Cage lo riporta, con questa tecnica, alle sue origini di strumento a percussione conferendogli inoltre un che di primitivo e tribale.
Di seguito viene mostrata la procedura di preparazione di un pianoforte e l'effetto che essa produce (il brano suonato è la Sonata V di Cage).

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