Ero solo come un ombrello su una macchina da cucire. Dalle pendici dei monti Iblei, a settentrione, ho percorso il cammino, arrampicandomi per universi e mondi, con atti di pensiero e umori cerebrali. L’abisso non mi chiama, sto sul ciglio come un cespuglio: quieto come un insetto che si prende il sole.

da "L'ombrello e la macchina da cucire", F.Battiato

giovedì 14 aprile 2011

Assignment 6 parte 1: contro la 'sacralità' della scienza

Casualmente, la sera in cui ho letto gli articoli per l'Assignment 6 parte 1 sono anche finito sul blog Magic and Medicine, dove ho scoperto l'esistenza di un Premio IgNobel per le ricerche scientifiche meno utili all'umanità. L'unione delle due cose - le osservazioni sulle statistiche in cui ad ogni segno zodiacale era associata una diversa predisposizione per una determinata malattia e gli interessanti studi del signor Witcombe sugli effetti collaterali del mangiare spade - ha prodotto in me la reazione che talvolta ho leggendo sui giornali che serissimi studiosi di una university qualsiasi di un qualsiasi stato americano hanno profetizzato la scomparsa, entro il 2133, dei capelli rossi dal fenotipo umano o l'estinzione dell'intera umanità nel giro di due anni. Una sensazione in cui coesistono umorismo("Guarda un po' che cosa hanno tirato fuori questi") e una leggera inquietudine, data dal fatto che comunque, quando qualcosa è introdotta dalla parola scienza è di per sè credibile e degna di fede, "qualcosa di vero ci deve essere".
Forse, scoprire che le ricerche che appaiono folli a me lo sono anche per altri, che nelle statistiche scientifiche è molto facile sbagliare e che non sempre ciò che viene mostrato come correlato lo è realmente, mi può aiutare a sottrarre alla divinità positivistica della Scienza quella sacralità che ciascuno di noi, inconsciamente le dà. La scienza non sbaglia, la scienza fa sempre qualcosa per un motivo: sono frasi che ad ognuno sono passate per la mente almeno una volta; invece, ciò che ammantiamo di valore quasi divino non è che, ahimè, qualcosa di  umano, troppo umano come direbbe il buon Federico Nietzsche. Quante scoperte "risolutive" contro il cancro o l'AIDS sono state annunciate in questi anni e poi ridimensionate al più modesto ruolo di "passi avanti"? Quanti errori, nel corso della storia, sono stati compiuti da personaggi che si proclamavano uomini di scienza, quante atrocità?
Recentemente, su La7, mi è capitato di vedere Ausmerzen, di Marco Paolini, sullo sterminio dei cosiddetti "matti" nella Germania nazista. Sterminio che fu condotto da medici, coordinato dai migliori psichiatri dell'epoca. Uomini di scienza, tra i massimi rappresentanti della scienza di quel tempo.
Farò bene a ricordarmene, la prossima volta che, senza alcuno spirito critico, accetterò come dogma assoluto ciò che porta su di sè la parola "scienza".

4 commenti:

  1. Hai proprio ragione,la scienza è fatta dagli uomini,le ricerche sono condotte dagli uomini,e come gli uomini possono sbagliare automaticamente anche la scienza e le ricerche possono fallire...
    Anch'io ho visto Ausmerzen,e mi ha dato i brividi.Come ha detto Marco Paolini,il fatto che quelle pratiche fossero autorizzate e sostenute da uomini di scienza,da medici,gli uomini di "fiducia" per eccellenza ("come puoi non fidarti del TUO medico di famiglia quando ti dice che quello che fa è per il bene di tuo figlio?") le rendeva immediatamente legittime,non era possibile porsi domande,dubitare...forse a volte dovremmo avere una maggiore stima del nostro pensiero,anche se non possediamo la vastissima cultura di un "luminare".

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  2. Uau, grazie mille per il quote (non so se si dice così!). Sono felice di averti offerto uno spunto per il post :) concordo pienamente con quanto scrivi, tant'è che anch'io ho avuto le tue stesse reazioni leggendo i vari premi IgNobel assegnati, uno più stupido dell'altro. Prima ho riso e ho pensato "Devo assolutamente farci un post sul blog!", ma solo dopo ho iniziato a razionalizzare e a chiedermi "Ma tutti questi nomi illustri della scienza non avevano altro da fare che spendere tempo, energie (e soldi?) in ricerche futili? A che scopo poi?". E' giusto e normale rimanere increduli e sentirsi un briciolo demotivati, in particolare per noi studenti di medicina che abbiamo (e avremo) a che fare con la scienza costantemente. Per adesso possiamo solo impegnarci, studiare con passione, aggiornarci il più possibile per essere sempre al corrente delle vere scoperte scientifiche (e non le burle che ci propone il premio IgNobel, mi viene da aggiungere :D). E chissà, magari un giorno saremo noi a fare la differenza e non solo "un passo avanti" verso la risoluzione di gravi problematiche per le quali ancora non c'è rimedio.
    P.S. Non conoscevo Ausmerzen, e mi sento assolutamente in dovere di rimediare. Grazie per il suggerimento.

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  3. Torno ora a casa dopo un pomeriggio di prove d'orchestra in compagnia del mio fidato contrabbasso; sono contento che altri condividano il mio modesto punto di vista. Del resto, forse solo riflettendo oggi su queste cose, interrogandoci, dubitando, potremo essere, domani, un po'meno medici che, chiusi nei loro camici, scrutano i pazienti come un ammasso di organi, muscoli e materiale vario e un po' più umani, un po' più vicini a comprendere la sofferenza di chi ci sta davanti e curarlo non solo con la tecnica e il sapere.

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  4. Riflessioni più che fondate, concordo pienamente!

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